ALL WOMEN MAGAZINE ...è tornata!

Nuovi diritti per le donne: La Riforma Cartabia

L’Avvocato Cassazionista Pietro Madonia, esperto di diritto di famiglia, tutela dei minori, nei molteplici incarichi ricoperti  si occupa di promuovere  il dibattito sulle riforme per una giustizia efficiente.

 

“Avvocato Madonia parliamo della recente riforma Cartabia e le novità rispetto al diritto di famiglia e in particolare sulle separazioni e divorzio.

La riforma Cartabia (dal nome dell’ex Ministro di Grazia e Giustizia del Governo Draghi) è una riforma auspicata da anni, è interviene sia nel settore penale che in quello civile al fine di aumentarne l’efficienza e ridurne i tempi. Questa riforma ancorché attesa da anni, se oggi ha visto la luce è grazie alla “vituperata Europa che, in sede di approvazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza  (PNRR), ha condizionato i finanziamenti, anche a fondo perduto, ad una efficacia riforma della Giustizia che abbreviasse i tempi di attesa, per i cittadini, di un provvedimento o sentenza. Purtroppo il nostro Paese considerato la culla del diritto, è  al penultimo posto in Europa avanti solo alla Grecia, nella classifica della durata dei processi.

 La durata dei processi e l’efficienza di questa, con sanzioni certe,  è un termometro importante sul livello di modernità di un Paese. Avere una Giustizia efficiente e rapida nel  dare risposte ai cittadini, incide anche nel campo economico. La lentezza della Giustizia è non solo una perdita sociale ma anche una perdita economica, con tante aziende che faticano a fidarsi di una Giustizia senza certezze.

 Per quanto attiene il settore civilistico e oggetto della Sua domanda, la riforma Cartabia   ha inciso  sulla riduzione dei  tempi intervenendo sull’iter processuale. Lo ha fatto accorpando sia la richiesta di separazione che quella di divorzio. La riforma  prevede, in particolare, che le parti o una di essa, in sede di presentazione del ricorso per la separazione personale di coniugi possano,  con il medesimo atto, richiedere anche il successivo divorzio;

 

Cosa cambia invece per la tutela dei minori?

Su questo versante la riforma mette al centro, ancor più di prima, i minori, prevedendo che in caso di separazione o divorzio giudiziario (non quindi consensuale), che abbiano capacità di interazione vengano obbligatoriamente sentiti, permettendo loro di non subire passivamente le vicende processuali che incideranno sul loro futuro.

Inoltre vi è l’obbligo da parte dei ricorrenti di allegare al ricorso un piano genitoriale con impegni quotidiani dei minori, motivandoli in maniera analitica.

 

“Cosa cambia invece nei casi di violenza domestica sulle donne”?

La riforma interviene implementando la tutela delle donne vittime di violenza, attribuendo al Giudice Civile, poteri prima sconosciuti.

Dal primo marzo 2023, il Giudice Civile, in sede di separazione e divorzio può richiedere, su propria iniziativa, atti o richiedere  accertamenti  d’ufficio, utilizzando direttamente le forze dell’ordine.

Gli atti di violenza quindi, non sono più di esclusivo appannaggio del Giudice Penale  ma anche da quello civile.

Ciò comporta, da un lato che il Giudice Civile potrà avere un quadro molto più completo, rispetto a prima, sulle vicende familiari su cui fondare le proprie decisioni e, dall’altro, garantire maggiore tutela alle donne maltrattate perché può muoversi più rapidamente del Giudice Penale, il quale è sottoposto alle  regole più stringenti del processo penale Il Giudice Civile, abilitato a questi strumenti ulteriori di indagine, è nella situazione di poter rispondere meglio al quesito che spesso si pone sulle modalità di affidamento dei figli minori.

Le innovazioni legislative  agiranno anche come incentivo sulla formazione e specializzazione dei vari soggetti che collaborano con il Giudice chiamato a decide.

In poche parole, il Giudice Civile potrà acquisire gli atti se pende un procedimento penale ma anche in assenza di questo, potrà autonomamente svolgere  un’attività istruttoria.

Anche i Consulenti Tecnici d’Ufficio,  veri e propri “decisori”  nella maggior parte dei casi, nel condizionare i Giudici in sede di affidamento dei minori, dovranno adeguare le proprie competenze, poiché i Giudici dovranno servirsi di quelli che potranno documentare  una esperienza specifica nella violenza domestica.

 

“La riforma Cartabia è entrare in vigore da qualche mese, una sua impressione.

Il tempo trascorso non permette ancora nessuna valutazione. Invero il mio timore è che per quanto una riforma possa nascere con grande ambizione, in sede applicativa dovrà necessariamente passare dalla capacità degli attuatori  (in particolare i Giudici) di rispettare la ratio delle norme e l’accelerazione dell’iter ivi previsti. L’esperienza mi dice che non sempre il potere giudiziario ha accompagnato e/o applicato le riforme secondo la finalità di essa.

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter
Print

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *