ALL WOMEN MAGAZINE ...è tornata!

La scuola al centro. Da Tor Pignattara al Quirinale

Riproponiamo l’articolo di Maria Coletti già pubblicato sulla Rivista W All Women Magazine ad aprile del 2020.
La Redazione

L’onorificenza che ho ricevuto – come Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana – per l’impegno e la passione all’interno dell’Associazione Pisacane 0-11, mi ha riempito di incredulità prima e di tante emozioni poi. Innanzitutto la gioia. Poi, soprattutto, tanta soddisfazione nel vedere sostenuto un percorso in cui credo da anni e che condivido con genitori, insegnanti, artisti, associazioni che si impegnano per sostenere tutta la comunità educante della Scuola Pisacane di Roma (I.C. Simonetta Salacone). E infine tanta riconoscenza: gratitudine per aver incrociato nella Scuola Internazionale Pisacane (come ci piace chiamarla) così tante belle persone, per essere riusciti tutti e tutte insieme a trasformare una scuola definita “ghetto” in un importante presidio culturale nel quartiere romano di Tor Pignattara, in un esempio di convivenza e di valorizzazione delle differenze, grazie alla didattica d’avanguardia e di qualità offerta dal personale docente ed anche alla partecipazione attiva dei genitori. L’Associazione Pisacane 0-11 infatti è stata creata nel 2013 dai genitori della Scuola Carlo Pisacane (Infanzia e Primaria) proprio per favorire l’inclusione sociale, l’intercultura e l’interazione fra le famiglie, la scuola e il quartiere, organizzando corsi pomeridiani, doposcuola ed eventi culturali.

Provando a fare un bilancio di questi primi 8 anni alla Pisacane, in cui sento di essere cresciuta insieme a mia figlia, mi viene in mente questa definizione: una scuola accogliente, partecipata, permeabile. Confrontarsi con bambine e bambini dell’infanzia e della primaria sull’intercultura significa lavorare anche sulle famiglie, sul contesto, sul territorio. Soprattutto significa lavorare, anche dal punto di vista di noi genitori, per la formazione di una intera comunità educante, capace di andare “mano nella mano”. Significa diventare poco a poco consapevoli che l’intercultura è un percorso a doppio senso, che parlando di inte(g)razione, forse è il caso di togliere quella «g» di troppo e concentrarsi sull’interazione. Non ha più molto senso (anzi non l’ha mai avuto) lavorare solamente sui bambini e sulle bambine di origine straniera, ma è necessario lavorare con tutta la comunità scolastica sulla valorizzazione delle differenze. Favorire percorsi e attività che riguardano tutti e tutte i bambini e le bambine, sia chi è nato in Italia sia chi ha origine straniera: a crescere, a cambiare, nell’incontro e nello scambio, siamo tutti insieme. Insieme insegniamo ed impariamo.

Il senso dei laboratori in itinere e della festa per la “Giornata d’azione globale contro il razzismo e per i diritti dei migranti” del 18 dicembre, che ho proposto appena messo piede alla Pisacane e che organizziamo da 8 anni, sta proprio nel voler mettere in valore le qualità intrinseche della nostra scuola, i pilastri di ogni scuola pubblica che si ponga come obiettivo quello di aiutare a formare nuovi cittadini, nuove cittadine: educazione al rispetto, all’accoglienza, alla convivenza pacifica, nella unicità e nella complessità di ogni identità.
Il valore della partecipazione e della condivisione.
Il saper mettersi nei panni delle altre persone e magari cambiare punto di vista.

Come le filastrocche di Rodari che la classe di mia figlia qualche anno fa ha trasformato in un rap e cantato insieme ad Amir Issaa: “Chiedo scusa alla favola antica/Se non mi piace l’avara formica/Io sto dalla parte della cicala/Che il suo bel canto non vende, regala!/ In un giorno freddo e triste/Ho visto la formica regalare alla cicala/Metà della sue provviste./Tutto cambia: le nuvole, le favole, le persone./ La formica si fa generosa:/È una rivoluzione!”.

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